PER CASO O PER FORTUNA SONO ARRIVATA ALL’INPEF E HO TROVATO LA MIA FAMIGLIA – intervista a Doriana Gallifuoco

Classe 1982, Doriana nasce in Puglia e si trasferisce a Parma per laurearsi in Giornalismo e Cultura editoriale perché ha l’ambizione di occuparsi di comunicazione. La sua è una storia di partenze e ritorni, di empatia, di scintille e di passione. Guarda l’INPEF con la lente di chi ha vissuto l’Istituto nei primi anni di vita per, poi, guardarlo crescere e trasformarsi fino ai cambiamenti epocali dell’anno della pandemia.

 Dove comincia il tuo percorso professionale?

Il mio primo lavoro importante è stato quello nell’ufficio stampa del Teatro Regio a Parma. è stata una bella esperienza ma ad un certo punto mi sono sentita irrequieta e ho voluto provare a vivere in una grande città, così sono approdata a Roma.

Come hai conosciuto l’INPEF?
Ho inviato una candidatura tramite Linkedin e sono stata ricontattata, è accaduto tutto in maniera così spontanea. All’inizio ero una stagista poi è arrivato il contratto di lavoro. Ricordo bene quel primo incontro, nacque immediatamente una forte empatia con il Presidente. Il caso, la fortuna, o chissà cosa mi ha portato lì, in quel luogo che sarebbe diventata la mia famiglia e che ha rappresentato la mia principale scuola di vita. Tutto quello che ho imparato sul campo lo devo all’INPEF e alla professoressa Vincenza Palmieri.

Di cosa ti occupavi nei primi anni?
Facevo un po’ di tutto, parliamo di dieci anni fa: l’INPEF era nato da poco, non aveva la struttura di oggi. Ho visto crescere l’Istituto sempre di più, i corsi aumentavano e anche il lavoro, le responsabilità e le attività nuove da imparare. Mi occupavo di comunicazione, di segreteria, di organizzazione degli eventi mentre i social si affacciavano all’orizzonte e iniziavamo ad utilizzarli.

E oggi?
Sono responsabile della piattaforma Moodle con cui si studia on line. Gestisco la segreteria della didattica digitale, rispondo alle mail degli studenti, inserisco i corsi, i master, i materiali, le video lezioni.

Che rapporto hai con tuoi colleghi?
Con Pamela è nato un rapporto speciale, siamo state vicine di scrivania per tanti anni e siamo diventate amiche. Ora lavoro in Smart Working e con molte colleghe ho purtroppo solo un rapporto virtuale ma spero possano esserci occasioni, appena questa emergenza sarà passata, di conoscerci meglio.

A proposito…Come è lavorare in Smart Working?
Mi trovo bene. In realtà ho iniziato il lavoro a distanza molto prima del periodo della pandemia e ha funzionato. L’INPEF è stato precursore anche in questo.

E qui si apre un’altra storia. Un allontanamento e un ritorno….
Sì, un giorno di alcuni anni fa mi viene chiesto di lavorare come portavoce del Parco Nazionale del Gargano. Ho pensato che fosse giunto il momento di tornare nella mia terra d’origine. In quegli anni mi sposo e nasce un bambino, poi quell’incarico finisce e decido rimanere a casa per un po’.

Ma…
Insieme a mio marito e mio figlio di un anno e mezzo andiamo in vacanza a Roma, così chiamo il Presidente e andiamo tutti insieme a trovarla in ufficio. Avevo una gran voglia di presentarle la mia famiglia. Quella scintilla nata subito nel nostro rapporto non si era mai spenta…Mi chiede di tornare all’INPEF lavorando a distanza. Non stavo nella pelle dalla contentezza. Che poi (pausa e sorriso…)

Che poi?
Beh lei mi aveva detto prima di trasferirmi in Puglia: “Tu ritornerai”.

Quale è stato il momento più difficile del tuo lavoro all’INPEF
è accaduto di recente, proprio quando è arrivata l’emergenza sanitaria: prima i Corsi e i Master on line c’erano ma erano pochi. In due mesi, grazie alla lungimiranza del Presidente, abbiamo rimodulato tutto. è avvenuta una rivoluzione in un lasso di tempo brevissimo con una squadra che ha lavorato giorno e notte per adattare la didattica alle esigenze del nuovo tempo. è stata un’esperienza avvincente ma davvero complessa. Ma sapevo di non essere sola, a volte ci sentivamo alle 2 di notte. E alla fine tra marzo e maggio ce l’abbiamo fatta!

Sogni per il futuro?
Ora sto davvero bene, sono contenta. Spero di continuare a lavorare all’INPEF perché ogni giorno imparo cose nuove e mi sento molto stimolata.