Riportiamo il messaggio integrale (videomessaggio in lingua portoghese, e traduzione del testo in italiano) ricevuto in occasione del 2° Congresso Internazionale di Pedagogia Familiare da S.E. Maria De Fatima Jardim, Signora Ambasciatrice della Repubblica dell’Angola in Italia.
PARTECIPAZIONE COME RELATORE AL “2° CONGRESSO INTERNAZIONALE DI PEDAGOGIA FAMILIARE – I GRANDI TEMI”.
Permettetemi di ringraziare la Professoressa Vincenza Palmieri, Presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare per l’invito che mi è stato rivolto e di salutare tutti i partecipanti al Congresso, in particolare coloro che termineranno la loro formazione in questa prestigiosa Istituzione.
Ho l’onore di ringraziare, a nome del Governo dell’Angola, questa prestigiosa Istituzione per la formazione degli insegnanti angolani che hanno già completato la loro preparazione negli anni precedenti e che continuano a partecipare alla formazione del nostro Paese. D’altra parte, vorremmo elogiare la formazione di coloro che termineranno quest’anno e gli insegnanti, per la scelta di importanti temi di studio, che costituiscono passi essenziali per costruire nuove società sane con famiglie strutturate e sane.
Aiutare le famiglie a casa propria è un argomento facile da trattare, complesso da presentare con una dissertazione piacevole, perché applicando e implementando questo tema possiamo apprezzare la diversità e l’affermazione di ogni famiglia a casa, ogni bambino, donna, giovane, anziano, vulnerabile. Come possiamo fornire assistenza e aiuto in modo che le famiglie possano vivere più felici e d’altra parte più unite e coese?
Il comune concetto di famiglia può essere interpretato in senso stretto o in senso lato; ha valori tradizionali, etici e culturali che costituiscono la base nucleare delle nostre costituzioni, ma è anche la base di relazioni sociali di tradizione, costumi e conoscenze che si trasmettono di generazione in generazione e che conferiscono dignità ai suoi membri e alle società.
La famiglia nucleare e la famiglia allargata hanno strutture e configurazioni diverse che cambiano da Paese a Paese. Abbiamo fatto l’esempio della famiglia nucleare in Italia che è composta da genitori e figli e la famiglia allargata da nonni, zii, cugini e così via, ma nel mio Paese, l’Angola, e in altri Paesi, soprattutto nel continente africano, abbiamo l’onore di avere una famiglia molto allargata, in quanto le donne hanno un alto tasso di natalità, in media di 6/7 figli ciascuna. La base della nostra famiglia angolana si sta strutturando nella sua composizione nucleare, ma non è composta solo da genitori, zii e nonni, ma anche da amici, vicini, che siano o meno legati da vincoli di sangue.
Anche la struttura familiare in Angola sta cambiando. Le famiglie unipersonali sono rare in Angola; in casi ancora più rari, abbiamo famiglie anche informali, con unioni stabili i cui valori sono preservati attraverso relazioni di affetto e amicizia tra i membri.
Il cosiddetto modello familiare angolano è fondamentalmente africano e di impostazione patriarcale. Il padre è il capofamiglia, ma l’educatrice è la donna di casa. Il padre segue, quindi, un modello di famiglia patriarcale. Questi ha la responsabilità di prendersi cura della famiglia e di vigilare su di essa. La madre si occupa non solo delle faccende domestiche, ma anche dell’alimentazione e dell’educazione speciale e particolare dei figli. Di qui, il ruolo della donna nell’aiutare e strutturare famiglie sempre più sane e il ruolo del padre di rispetto, di responsabilità e di esempio per la famiglia, in compiti che sono naturalmente svolti al di fuori della casa, ma all’interno dell’ambiente domestico ha il suo ruolo di capofamiglia.
Un punto su cui riflettere è la questione della madre domestica e come possiamo inquadrare il suo ruolo come utile per aiutare la famiglia. I compiti della casalinga, le faccende domestiche, sono importanti e dovrebbero essere praticati da tutti. Tutti dovrebbero partecipare con impegno nell’esecuzione di questi compiti.
I modelli che possiamo adottare in città e in campagna sono ovviamente diversi, e per via di molti aspetti ed esigenze del nostro Paese, i modelli ancestrali stanno già scomparendo, giacché anche le donne cominciano a fare ingresso nel mercato del lavoro. L’uomo, la donna e i giovani lavorano tutti per l’elevazione e il sostentamento della famiglia.
Come aiutare la famiglia a casa?
Riteniamo che il governo debba avere la possibilità di elaborare politiche, programmi e leggi nazionali che garantiscano l’uguaglianza, le pari opportunità e l’accesso ai diritti fondamentali e costituzionali. Qui vorremo sottolineare il ruolo dei consigli, che possono essere nazionali, settoriali, ma anche multidisciplinari, che abbiano enfasi sui programmi sociali che difendono la protezione della famiglia e assicurano valori, pratiche sociali ed etiche sempre più visibili nella società, con risultati che migliorino i comportamenti e le pratiche della famiglia, preservando naturalmente i nostri valori sociali. I risultati devono essere integrati e, d’altra parte, avere visione multidisciplinare.
I decisori politici sono un’altra frangia che deve svolgere il suo ruolo, insieme alle chiese, le istituzioni, le organizzazioni intergovernative, le associazioni, le ONG, sia pubbliche che private, e i nuclei familiari strutturati sulla base dei principi della cultura etica, della solidarietà e dell’amicizia.
Le scuole altresì, e qui la nostra menzione speciale va al ruolo degli insegnanti, dei formatori, degli accademici e degli agenti sociali che sono artefici e facilitatori del dialogo e di risultati immediatamente visibili.
Il nostro plauso va anche ai giovani, come studenti, come lavoratori, come bambini che, in modo singolo o associativo, devono dare esempio di onore nel e con il lavoro, lo studio e la costruzione di strutture sempre più adeguate a un futuro migliore.
La donna, in quanto grande imprenditrice che è la forza trainante della famiglia, a casa dovrebbe meritare rispetto, ma, dall’altra parte, dovrebbe dare un esempio di buone pratiche di convivenza e amore alla famiglia di Unione e Coesione.
I padri, le madri, i figli e le figlie devono vegliare con rispetto sulla creazione delle famiglie, consolidate da generazioni sane.
Agli educatori familiari chiediamo, in qualità di professionisti, di rispondere alle sfide con priorità all’educazione e al sostegno delle famiglie fuori e dentro casa, soprattutto di quelle più vulnerabili. Tutti noi possiamo essere utili alla costruzione del futuro, con gioia e prosperità.
Non possiamo, in alcun modo, non lasciare qui un messaggio di pace affinché le famiglie, beneficiando della tranquillità della pace e dell’armonia, possano raggiungere gli obiettivi di sviluppo e di progresso dei Popoli.
Vorrei concludere dicendo che educare una donna è educare una casa, educare un uomo è educare un individuo, educare un bambino e un giovane è educare una generazione e una società.
Vi ringrazio molto per l’invito che mi è stato rivolto e vorrei esprimere il mio ringraziamento per la collaborazione e anche per il rapporto che già esiste con l’istituzione che qui è rappresentata in modo prestigioso.
Ringraziamo anche a nome dell’Ambasciata d’Angola in Italia per questo invito, riaffermando che siamo e saremo sempre a disposizione affinché sulla base della collaborazione e della cooperazione tra le istituzioni italiane e angolane si possa sempre più rafforzare la nostra cooperazione, collaborazione e con risultati e visione che si affermano nell’indistruttibile amicizia tra i due popoli, il popolo angolano e il popolo italiano, tra le famiglie dell’Angola e le famiglie dell’Italia.
Vi ringraziamo per il sostegno che è stato dato all’Angola affinché, insieme ai giovani, possiamo, naturalmente basandoci sulla famiglia, migliorare il nostro esempio di angolani, ma anche vivendo insieme ad altri possiamo elevare il profilo delle nostre famiglie.
Grazie.
S.E. Maria De Fatima Jardim