ISTITUTO NAZIONALE DI PEDAGOGIA FAMILIARE

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FORMAZIONE È OPPORTUNITÁ (ANCHE) AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

La testimonianza di uno corsista del Master in Antropologia e Archeologia Forense dell’INPEF

Formazione è opportunità

 

Nell’anno della Pandemia molte persone hanno dovuto cambiare le proprie abitudini e adattare il proprio stile di vita a nuovi modelli, anche per quello che riguarda l'ambito professionale. Per tanti, adeguarsi, ma soprattutto reinventarsi è stato un compito arduo e a volte infruttuoso, sopratutto per quello che riguarda la sfera lavorativa. Il tempo, prima scandito da appuntamenti frenetici, si è dilatato, obbligandoci ad un imprevisto e repentino adattamento ad un nuovo stile di vita. Se alcuni hanno vissuto con difficoltà la situazione senza precedenti, altri hanno saputo trasformare il momento di crisi in una opportunità. È il caso di un ex corsista del Master di Antropologia ed Archeologia Forense dell’INPEF, il dottor Giovanni Battista ViscaUn professionista che ha deciso di utilizzare il maggior tempo a disposizione per continuare a formarsi e per approfondire la passione per l’Antropologia.  Il suo percorso va raccontato perché proprio nei momenti più difficili si rendono necessari esempi positivi che alimentino la speranza.

Dottor Visca, cosa è accaduto nei mesi del primo lockdown?

La vita è cambiata in un attimo e anche la professione. Meno lavoro e tanto tempo a disposizione. Invece di starmene con le mani in mano in quel periodo completamente nuovo e diverso per tutti, ho deciso di dedicarmi alla Formazione e di frequentare il Master, per approfondire alcune conoscenze e per prepararmi al futuro con nuove competenze. D’altro canto avevo già frequentato il corso in Grafologia Forense dell’INPEF quando ancora potevamo vederci in presenza e mi ero trovato molto bene. Così ho scelto il Master in Antropologia perché è ben articolato e strutturato e poi ho sempre avuto la passione per l’Antropologia, quindi ho voluto darmi una nuova opportunità.

Come è andata?

Per me è stato un arricchimento sia da un punto di vista umano e culturale che professionale e formativo. L’Antropologia è una scienza molto importante per la conoscenza del passato, ma anche del presente e del futuro. Perché il passato ci fornisce molte chiavi interpretative che possono esserci utili oggi e domani. Studiare l’evoluzione dell’Homo Sapiens ci fa comprendere come l’essere umano è cambiato nel tempo. Studiare l’Antropologia, per fare un esempio, è come parlare con una persona avanti con l’età da cui dovremmo trarre insegnamenti per migliorare il futuro. Un principio fondamentale che non sempre mettiamo in pratica.

Ad esempio?

Anche oggi con la pandemia in corso, se analizziamo la situazione ci rendiamo conto che non abbiamo imparato molto dal passato, ovvero dal periodo in cui si è diffusa la Spagnola. Ecco perché una scienza come l’Antropologia dovrebbe diventare materia di studio in tutte le Università.

Da un punto di vista professionale il Master che ha seguito in cosa potrebbe esserle utile?

In ambito criminologico queste conoscenze sono fondamentali:  ti insegnano a capire chi hai di fronte, non soltanto a studiare resti umani ma  conoscere le abitudini di quell’individuo,  la sua cultura, il suo stile di vita. In questo modo è possibile fare collegamenti, analizzare le situazioni, conoscere in maniera approfondita il caso trattato , dare senso ai casi irrisolti.

Di cosa si è occupato nella tesi?

Della Sacra Sindone che seguivo come tema da quarant’anni e che ora ho potuto approfondire da un punto di vista antropologico cercando di rendere fruibili e accessibili a tutti gli studi che si sono succeduti negli anni. In estrema sintesi, si tratta di un tema su cui la scienza difficilmente può trovare una risposta definitiva in assenza di reperti da analizzare. Ma da un punto di vista religioso c’è un’ipotesi generalmente accettata: quella della trasfigurazione. E’ un lavoro di ricerca che sto continuando per passione anche dopo la fine del Master e di cui senz’altro relazionerò al Professor Palmieri dell’INPEF che mi ha seguito durante questo avvincente percorso.

 

A cura di Titty Santoriello, Ufficio Comunicazione INPEF

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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